sesta puntata - Viva Las Vegas !
Voi che leggete mi perdonerete il poco originale parafrasare la canzone di Elvis, ma visto il contesto in cui mi trovo a scrivere, quale occasione migliore per omaggiare il re del Rock 'n roll? Rispondo innanzitutto a chi, in amicizia, mi accusa di avergli rovinato il gusto della scoperta raccontando così minuziosamente il viaggio. La cosa di cui però non ci si rende conto è la vastità e la bellezza dei posti visitati e qualsiasi mio racconto, per quanto dettagliato, non potrà mai essere sufficiente a coglierne la grandezza. Per cui non abbiate paura, fate conto di aver visto il trailer di un film al cinema: vi ho solo stuzzicato la curiosità…
9 Agosto 2010
Località: St. George, UT
Tempo: sole, caldo
Miglia percorse finora: 1792 (2884 km circa)
Visualizza Day 9, 9th of August: St George - Las Vegas in una mappa di dimensioni maggiori
Partiamo alle 8,30 montando subito sulla Interstate Highway 15 lasciandoci alle spalle Dixie (St. George). L'autostrada è lunga e diritta, una striscia di asfalto che degrada interminabile verso il deserto più deserto. Ci siamo vestiti leggeri in previsione del caldo ma sempre a maniche lunghe poiché di prima mattina l'aria è frizzante e poi temiamo scottature fastidiose che ci potrebbero rovinare gli ultimi giorni (visto che siamo stati sotto la pioggia fino ad oggi, non siamo abituati al sole e siamo bianchi come polli). Comunque il primo caldo si comincia a sentire solo a mattina inoltrata, dopo aver passato nuovamente il confine con l'Arizona e subito dopo essere entrati nello stato del Nevada. Il Nevada e Las Vegas sono noti per la legalità del gioco d'azzardo, della prostituzione e per gli UFO dell'area 51 ma state attenti che qui il casco è obbligatorio. Tornando alla temperatura, si tratta un caldo secco e molto ben sopportabile, quasi primaverile, forse perché anche qui nei giorni precedenti ha piovuto e pare che la notte scorsa abbia piovuto anche a Las Vegas (giuro che se trovo la pioggia a Las Vegas mollo la moto a bordo strada e monto sul primo aereo per l'Italia). Sono circa le 11.00 quando, dopo una curva, dal niente, spunta la città di Las Vegas con i sui alberghi "grattaceli". Dicono che arrivare di notte sia un'esperienza unica e bellissima e che Vegas appaia dal nulla come una stella accecante. Ma questo, ahimè, non possiamo accertarlo.
la lunga strada nel deserto |
Abbiamo prenotato dall'Italia una camera all'MGM Grand, l'Hotel della Metro Goldwin Mayer ispirato al mondo del cinema e al teatro, al prezzo di 65$ a notte, due notti. La scelta è stata fatta dall'Italia perché conviene prenotare prima sia per questioni logistiche (impensabile andare a chiedere sul posto visto che dal parcheggio alla reception di ogni albergo ci vogliono almeno 20 minuti a piedi tra labirinti di slot-machine e negozi) sia perché gli alberghi hanno una tale vastità di offerta di camere che per cercare di riempire il più possibile escono con offerte anche sotto i 30$ a notte e salgono ma mano che arrivano le prenotazioni. Il bello è che in alta stagione riescono quasi sempre a riempirli e pertanto, se ti presenti all'ultimo minuto senza prenotazione, rischi di trovare solo camere a prezzi oltre i 250$ a notte (come successo a degli italiani incontrati lì che hanno pagato appunto 280$ una camera al Luxor che fino a luglio, su booking.com, davano a 39$).
l'MGM Grand e "the Strip" |
Uno dei motivi che ci hanno fatto scegliere l'MGM Grand è che all'interno vi è uno spettacolo in pianta stabile del Cirque du Soleil, "Kà", e sono anni che sogniamo entrambi di poterlo vedere.
Trovare l'albergo è semplice: usciamo sulla West Sahara Avenue (dove tra l'altro c'è il concessionario HD più importante di Vegas) e giriamo a destra alla prima indicazione per il Las Vegas Boulevard, meglio noto come "The Strip" (la striscia) ovvero la via centrale sulla quale si concentrano la maggior parte degli Hoel-Casinò più famosi. Basta percorrerla tutta fino a che non trovi il tuo, sfilando tra centinaia di mega insegne di nomi da cinema: Circus Circus a forma di mega tendone da circo di un rosso acceso, il lussuosissimo grattacelo di vetro del Wynn, lo sfarzo del Bellagio, il Paris con la sua Tour Eiffel e la Mongolfiera, le colonne classiche del Caesar Palace, Treasure Island e la piscina con i galeoni pronti per il prossimo abbordaggio, il campanile di San Marco con le gondole del The Venetian e il simbolo di tutti gli Hotel - Casinò, il Flamingo ovvero il primo e più famoso, costruito e inaugurato nel 1946 da Benjamin Siegel, detto Bugsy, colui che convinse la mafia ad investire a Las Vegas subito dopo la seconda guerra mondiale.
l'impatto con la Strip |
Di fronte al New York New York, davanti alla riproduzione della statua della libertà e dei grattaceli tra i quali passa un otto volante da brividi, vi è l'MGM Grand con le sue verdi vetrate e l'enorme statua del Leone. Arriviamo davanti all'ingresso in Harley, tra sfilze di taxi e limousine ma stranamente nessuno bada a noi, abituati come sono a veder passare ogni genere di veicolo e di persona. Ma non sfuggiamo all'occhio professionale di John, addetto alla Main Entrance, che si prende carico dei nostri bagagli e ci spiega un po' come funzionano le cose lì: gli lasciamo i bagagli dietro rilascio di una ricevuta con un numero, il numero servirà poi, una volta in camera, per comunicare al Bell desk che siamo già in camera e che ci possono portare su i bagagli. Vorrei ringraziare John con 10 $ di mancia ma mi dice che sono troppi e me ne restituisce 5. Parcheggiamo nel multipiano dell'MGM Grand, in un'area parcheggio dedicata alle moto. Dopo un dedalo di scale mobili e corridoi tappezzati di negozi ( vi è anche uno store dell'Harley Davidson), arriviamo alla hall dell'MGM Grand. E grande lo è davvero: un paio di migliaia di metri quadrati (solo la hall!), alta almeno 12 metri . Sulla destra 20 Reception Desk (dove ti consegnano le chiavi), una decina di Concierge Desk(dove poter chiedere e prenotare qualsiasi cosa, dalle informazioni turistiche ai biglietti per qualsiasi tipo di spettacolo in Las Vegas) e il Bell desk con un viavai di carrelli pieni di bagagli e decine di facchini in livrea. Siccome non ci daranno la camera fino alle 15,00, puntiamo direttamente alla Concierge per chiedere i biglietti per "Kà". Essendo lunedì, oggi lo spettacolo non va in scena, va domani ma tutti i posti sono esauriti… Chiediamo di guardare meglio e gli spieghiamo che lo spettacolo del Cirque du Soleil è forse l'unico motivo per cui siamo venuti a Vegas. Allora tira fuori un enorme planimetria dei posti del teatro e ne individua un paio molto vicini al palco anche se un po' decentrati. Prezzo? 165$ a testa! Vacilliamo un po'… ma li prendiamo lo stesso. Poi l'uomo del concierge ci chiede in quale albergo alloggiamo lei confermiamo che alloggiamo proprio all'MGM.
i leoni nella Hall dell'MGM Grand |
Allora il prezzo scende miracolosamente a 99$ dollari a testa. Non possiamo che essere contenti. Mancano ancora un paio d'ore alla consegna della camere e decidiamo di fare un giro sulla Strip. Per dare un'idea delle distanze e degli spazi, solo per uscire dalla Hall, passando tra i tavoli e le slot, soffermandoci a guardare tutte le attrazioni all'interno, compresa un'enorme area recintata con i leoni "veri" che passeggiano osservati, ci abbiamo messo quasi 45 minuti. Sulla Strip, il caldo ci salta alla gola, non perché sia fortissimo ma perché è la prima volta che lo proviamo essendo passati dalla moto direttamente all'aria condizionata della Hall. Credo che a qui in avanti, qualsiasi descrizione che io faccia sull'impatto con la fiumana di gente che incrociamo sulla Strip (che sarà poi ben poca cosa rispetto a quella della notte successiva) dopo 12 giorni di deserto, silenzio ed ampi spazi aperti, non potrà mai rendere l'idea sino in fondo.
vista sulla Strip |
Dover scansare le persone che passeggiano in senso opposto al tuo, camminare con la testa alta persa nell'ammirazione di tutti gli edifici, le insegne, i colori e i suoni che arrivano da ogni hotel, ogni bar, ogni auto che passa, è come trovarsi in un sogno caotico dove facce e persone e azioni si confondono e rimani stordito. Piccola intanto fa scattare l'obiettivo della Canon all'impazzata fino a che, a bocca aperta, rimaniamo a fissare l'enorme Fat Boy azzurro che spunta, in un'esplosione di vetri e lamiere contorte, dalla facciata dell'Harley Davidson Cafè. Attratti come falene dalla luce, entriamo. Il locale è quasi deserto, si e no sono occupati 15 tavoli sui 50 disponibili. Sullo sfondo un'enorme sipario fatto di catene d'acciaio con maglie grosse come braccia , dipinte a stelle e strisce e sulle quali vi è la bandiera del POW/MIA che è l'associazione dei veterani del Vietnam per non dimenticare i prigionieri di guerra e i dispersi in azione. Sopra le nostre teste scorre un enorme carrellata di Harley, vere Harley appese che ti passano sopra la testa, dai modelli più nuovi ai pezzi d'epoca.
il "sipario" dell'HD cafè di Las Vegas |
Ci sediamo ad un tavolo e attendiamo che una biondina dalle ette rifatte ci prenda l'ordinazione. i piatti del menù hanno suggestivi nomi rievocativi il mondo Harley, dal Fat Boy Burger all' H.O.G. Sandwich. Piccola ordina un normalissimo hamburger con pomodoro e cipolla e patatine fritte ma senza salse. Io invece voglio provare un piatto a base di pollo dal nome "Beer Can Chicken" (pollo della lattina di birra) che non è altro che del pollo alla griglia, enorme, servito con patate fritte normali e dolci. Una birra per me e Coca Cola per Piccola. 46$ non sono pochi, come tutto del resto a Las Vegas dove pare che solo le camere siano a buon mercato, ma ne vale la pena anche solo per poterlo raccontare. All'interno dell'HD Cafè vi è un piccolo store di merchandising. Non possiamo evitare di comprare patches e spillette (quella gialla dell'HD Cafè di La Vegas poi è proprio bella). Usciamo e torniamo verso il nostro hotel, passando attraverso centri commerciali e casinò senza mai uscire se non per brevi tratti costituiti da passerelle e corridoi. Sono le 16 ed è l'ora di andare in camera anche solo per poter fare una doccia. L'organizzazione alla reception non ha eguali, impensabile in Italia : Venti desk con altrettanti addetti e 7 o 8 addetti all'esterno che indirizzano i clienti verso il desk con meno fila. Prendiamo la chiave magnetica, accompagnata da una mappa che ci aiuta ad orientarci all'interno dell'albergo, solo dopo aver strisciato la carta di credito per 200$ di cauzione che ci verrà restituita al check out, sempre che nel frattempo non rompiamo qualcosa. Arrivati in camera, ottavo piano (su 26 piani) camera numero 527, ci rendiamo conto che la nostra è probabilmente una delle più economiche poiché poste nel punto più lontano dell'hotel rispetto la Hall. E' comunque paragonabile ad un nostro 4/5 stelle.
la nostra camera |
Letto enorme e comodissimo, 2 televisori di cui uno integrato nello specchio del bagno. Ogni genere di confort, dal cestello per lo champagne alle saponette "massaggianti" all'aroma di sandalo e altre chicche come un mega box doccia per due persone che rinnoviamo subito… unico neo, vista sul tetto di cemento del'MGM Grand. Chiamato il Bell desk, non passano nemmeno 10 minuti che arrivano i bagagli, e via altri 5$ di mancia.
la Strip di notte |
Un riposino è d'obbligo. La sera ci vestiamo comodi per una vasca sulla Strip. Forse troppo ottimisti, pensavamo di fare un giro all'interno dei principali Casinò del Las Vegas Boulevard, ma le distanze sono veramente esagerate e in 4 o cinque ore di scale mobili, nastri trasportatori e passerelle riusciamo a vedere solo un 20 % degli Hotel e dei negozi. Un'idea ce la facciamo comunque e in poche parole si può dire che a Las Vegas trovi tutto quello che vuoi e che puoi comprare: dai gioielli di Cartier e Tiffany, pellicce, borse, auto, moto (anche le più improbabili custom bike) fino alle cose più assurde come manichini anatomici realizzati con vere parti di cadaveri, statue della libertà di due metri commestibili, cubi di cristallo con impressa la tua faccia in 3 dimensioni e chi più ne ha più ne metta. Si può anche fare di tutto come ad esempio ogni tipo di concerto e spettacolo, dalla lirica a Tom Jones, dal cabaret di comici famosi (almeno negli States) al Cirque du Soleil (presente in pianta stabile in almeno altri 4 hotel), ogni tipo di ristorante e fast food, locali di danze caraibiche, birrerie e strip club fino a veri e propri bordelli.
le luci degli hotel casinò |
La gente che cammina sulla strip sembra una massa unica di teste galleggianti, ad ogni angolo ci sono tipi in casacca sgargiante che ti propongono la qualunque, soprattutto prostitute. Sulle passerelle, tra un casinò e l'altro, ci sono centinaia di barboni e venditori abusivi di… acqua. Eh si, l'acqua a Las Vegas è costosissima e arrivi a pagarla, nei casinò, anche 4,5 $ la bottiglietta da mezzo litro. Gli abusivi la vendono ad 1$ al richiamo di "cool water, one dollar"… C'è tantissima gente ma non c'è caos. Tutto è organizzato ed incanalato nel migliore dei modi e con la massima attenzione nell'attirare l'occhio dei turisti e a farli spendere, nei negozi ma soprattutto nei casinò. Qui addirittura non ci sono ne finestre ne orologi che ti permettano di capire da quanto tempo stai giocando.
statua della Libertà "commestibile" |
Tra i tavoli si può fumare perché non sia mai che qualcuno lasci i tavoli per uscire ad accendere una sigaretta. Anche qui la tentazione è forte e ad inizio serata decidiamo di provare 10$ sulla roulette. Piccola, presa dall'eccitazione e senza leggere bene le puntate minime, va al primo tavolo che incontra all'MGM che per l'appunto è un tavolo da puntata minima 10$, ovvero una sola puntata anche se frazionabile su più numeri. Per puro culo, esce proprio uno dei numeri puntati e ci intaschiamo 120$. Da bravi Italiani non giocatori, proviamo un'altra puntata da 10 e poi ritiriamo tutto e usciamo a spenderli. 20 se ne vanno in un Cohiba acceso e fumato lì per lì, 70 in uno dei famosi cubi di cristallo con su le nostre facce ( e che adesso risplende sul comodino in camera a guisa di abat-jour), il resto in acqua e varie. A mezzanotte siamo esausti e storditi dalle luci e dal chiasso della città, dalle miglia percorse in moto la mattina e dai chilometri a piedi su e giù per la Strip. Andiamo a letto e crolliamo esausti, come prima sera è stata una serata esagerata.
10 Agosto 2010
Località: Las Vegas, NV
Tempo: sole, caldo
Miglia percorse finora: 1939 (3120 km circa)
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Sveglia ad un'ora giusta, le 9,00 circa. Scendo in uno dei tanti Starbuck presenti all'interno del Casinò e prendo un muffin e un caffè anche a Piccola che è rimasta a letto tra gli ampi e morbidi cuscini del lettone. La mattinata si presagisce calda e decidiamo di sfruttare la piscina dell'MGM.
mattina in piscina |
Piscina enorme con tre vasche circolari a disposizione sia dei clienti sia degli esterni. La differenza è che i clienti entrano gratis e gratis hanno anche gli asciugamani e le sdraio. Tentiamo di starci un paio d'ore ma alle 11,00 il caldo comincia ad essere insopportabile e torniamo in camera a vestirci. Il programma giornaliero prevede la visita ai Casinò non visitati il giorno prima. Scopriamo anche che c'è una mono-rail che, al costo di 12 $ a cranio per tutta la giornata, collega tutti i principali Casinò evitandoci un bel po' di strada a piedi.
The Venetian |
Partiamo dall'Excalibur, di fronte al lato sud del'MGM, oltre Tropicana Ave, costruito come un enorme castello medievale a tema appunto cavalleresco e qui pranziamo al Round Table Buffet che è un self-service (che qui si dice appunto "buffet") con la formula all you can eat (prezzo fisso, mangi quello che vuoi a soli 18$).
oltre alle tigri, anche i leoni bianchi |
Quello che vuoi qui è preso alla lettera poiché si può dalla cucina italiana (bleah!) alla cinese passando per piatti vegetariani e piatti da porci cannibali senza limiti ne di tempo ne di quantità. Addirittura, con un'ulteriore supplemento, puoi estendere la formula a.y.c.e. a tutto l'arco delle 24 ore tornando tutte le volte che vuoi sia di giorno sia di notte. Dall'Excalibur torniamo verso nord per visitare il delfinario e lo zoo delle tigri bianche del Mirage.
i delfini del Mirage |
Qui devo trattenere con la forza Piccola che si vorrebbe tuffare in piscina con i simpatici cetacei. Non ci credereste ma, pagando, sarebbe possibile farlo. Peccato che costi solo 800 $ e che ci sia una lista di attesa di giorni. Addirittura sarebbe possibile, sempre per una cifra analoga, dare il biberon a dei cuccioli di tigre siberiana appena nati. Sono le 17,00 quando si alza un vento caldo che sembra un fon e decidiamo pertanto di rientrare in camera per una doccia e un po' di relax nell'attesa di andata giù, al Kà Theather, avvedere appunto "Kà", lo spettacolo del Cirque du Soleil che comincia alle 18,30. "Kà" è un'opera teatrale circense che va in scena due volte al giorno da ben cinque anni e fa sempre il tutto esaurito. Il teatro stesso, all'interno dell'MGM Grand, è stato costruito appositamente per "Kà" e gli spalti e il palco si intrecciano reciprocamente proiettando il pubblico proprio in mezzo alle acrobazie degli attori.
i galeoni di Treasure Island |
Ma se pensate ad uno spettacolo di trapezisti e giocolieri, vi sbagliate: "Kà" è una storia raccontata attraverso decine di personaggi che roteano, volano, saltano alternandosi ed intrecciandosi intorno a ben due palcoscenici in grado di muoversi in tutte le direzioni. L'impiego della tecnologia è ai massimi livelli e sembra di vedere un film di fantascienza misto ad arti marziali con la sola differenza che gli effetti speciali sono dal vivo. Non si può raccontare, bisogna vederlo. Credo di aver passato praticamente un'ora e mezzo senza mai sbattere le palpebre e col cuore fermo per la paura che un solo battito potesse distrarmi dal guardare la scena. Il finale clou non ve lo posso raccontare o mi odiereste per tutta la vita.
La locandina di KA' clicca sull'immagine per vedere il sito ufficiale di Kà |
nella hall del Wynn |
E' mezzanotte quando riprendiamo la mono-rail per tornare all'MGM. Prima di andare a letto, prepariamo le valige e diamo un'occhiata alla carta stradale per l'indomani. Ci attende la Route 66.