Prendiamo anche venti efficientissimi pazzi, il Direttivo, capitanati dal più pazzo Director d’Italia, Walter. Diamo a questo gruppo anche una missione: partire per un run il cui scopo sarà migliorare e rinsaldare l’affiatamento del team “Officers” al servizio, con orgoglio, degli oltre 500 soci del Chapter.
Poche le regole:
la destinazione è segreta, l’itinerario è segreto, vale tutto e bisogna essere pronti a tutto, si parte con qualsiasi condizione meteo. L’unica cosa da sapere è che si parte alle 21,00 di venerdì 30 settembre dallo Speed Shop e che solo Walter conosce il programma. Venerdì sera alle ore 20.30, nel piazzale dietro lo Speed, l’eccitazione è grande. Le defezioni sono poche, solo sei del Direttivo, per motivi validissimi, non parteciperanno con loro e nostro grande dispiacere. Non siamo ancora tutti presenti e già comincia tra gli officers il “Toto Destinazione”. Walter è bravo a schivare le domande e le poche cose che ci dice sul momento servono solo a mandarci in confusione. Oltre a quello, si limita solo ad assicurarsi che tutti abbiano versato la quota pro-capite e che tutte le moto abbiano il pieno.
Ore 21.00, siamo tutti. Foto di gruppo e via in moto. E il “Toto Destinazione” continua. Si parte verso Prato (“non è che Walter ci ha preso per il culo e ci porta tutti
Le mille curve, la strada buia e il cielo stellato sopra di noi è offuscato solo dai bagliori dei nostri fari. Ma i ragazzi del Direttivo sono anche ottimi motociclisti e raramente si vedono accendersi le rossi luci dei freni. I tornanti scorrono sotto le gomme con la morbidezza di un walzer lento, il gruppo dei 14 è regolare e compatto. Attraversiamo paesini dove tutti a quell’ora dormono e mi sa tanto che li abbiamo svegliati. Ecco che lasciamo la Toscana per la provincia di Ravenna (“lo dicevo che andavamo verso il mare…”). Sono le 3 quando Walter imbocca l’autostrada A14 in direzione Bologna. Qui il “Toto Destinazione” subisce uno scossone: c’è chi confesserà poi di aver pensato che si tornava in Croazia o in Slovenia, chi ha pensato che saremo tornati a Firenze o chi verso Milano o la Svizzera. C ’è stato anche chi ha pensato (sperato) che saremo andati all’Oktober Fest. Passiamo lo svincolo per Padova e tiriamo dritti verso Bologna prendendo in direzione Milano. Poi però Walter ci fa prendere per il Brennero e le speranze di chi voleva andare all’Oktober Fest si fanno sempre più forti.
Alla sosta benzina, i primi officers cominciano ad accusare la stanchezza: ormai è certo che stanotte non dormiremo, quale albergo vuoi che ci pigli a quest’ora della notte? Altra sorpresa, a Verona torniamo indietro verso Milano (“Lo sapevo, andiamo sul Lago di Garda…”) ignorando poi le uscite di Peschiera e Sirmione (“…niente Lago di Garda…si va a Milano o forse in Svizzera”). Dopo Brescia ovest, che sono ormai più delle 5 e 30, un’altra sosta carburante. E’ qui che Walter, dall’alto del marciapiede, ci raduna intorno a sé ed estrae da una sacca alcune buste di stoffa: “Questo sarà il vostro bagaglio a mano, metteteci dentro il minimo indispensabile per un giorno ed una notte lasciando in moto tutto ciò che su un aereo non può salire, tra 3 ore abbiamo un volo per Bruxelles”. Il “Toto Destinazione” si infrange contro la scogliera delle false speranze. Nessuno o quasi aveva pensato che avremmo preso un aereo. Qualcuno esulta, altri si fanno prendere dal panico per non saper cosa raccontare alla moglie, qualcun’altro ancora confessa che è dal ’92, anno del viaggio di nozze, che non prende un aereo e si prenota per il posto finestrino.
Walter, genio del male e dell’organizzazione, ha pensato anche alle moto prenotando un parcheggio coperto e custodito completo di deposito caschi e trasferimento in navetta fino all’aeroporto.
Alle 8.10 decolliamo per il Belgio. Sull’aereo avrei dormito volentieri ma ‘sti rompipalle degli steward della Ryan Air berciano ogni trenta minuti come degli ossessi all’interfono per tentare di venderti “la qualunque”. Non solo, passano in continuazione su e giù con i carrelli sbattendoli contro le ginocchia di chi, come me, non entra bene nei 20 centimetri di spazio tra il sedile e lo schienale di fronte. Allora tanto vale buttarla sul ridere inventando le scuse più plausibili per le mogli rimaste a casa. Alla fine del volo, la decisione di dare ogni colpa a Walter è unanime. Dopo il volo ed un trasferimento in bus dall’Aeroporto di Charleroi fino a Bruxelles, arriviamo in hotel che è quasi mezzogiorno.
Bruxelles è nota per essere la Capitale del Belgio, la sede del Parlamento Europeo, per il monumento all’Atomo e il Manneken Pis (un putto di Bronzo a forma di bambino che piscia).
Bruxelles è poi famosa per…. è nota per…. Cos’altro diavolo c’è a Bruxelles? Sull’iPhone troviamo che è nota anche per il cioccolato, le cozze e la… birra!!!! Non ci sarà un cavolo da fare ma almeno c’è
Anche se un po’ bruttino, è al posto giusto al momento giusto e ci fermiamo: è “la Casa di Manuel” gestito da personale che identifichiamo subito come spagnoli. Il menù, esclusivamente in francese, ci manda in confusione e quindi viene fuori una grande idea: omelette al prosciutto e formaggio per tutti innaffiata da un paio di birre… a testa. Poi assaggiamo anche un piatto di cozze. Beviamo e trangugiamo tutto attirando, con le nostre risate, l’attenzione dei passanti. Il sole è caldo anche nel nord Europa, in questo strano autunno che stenta a prendere il posto dell’estate. La stanchezza comincia a farsi sentire e la sonnolenza, a pancia piena, prende il sopravvento sull’eccitazione. In molti torniamo in albergo per un paio d’ore di riposo, altri si fanno un giro in cerca di souvenir. Ci ritroviamo tutti insieme alle 20 e 30 per la cena che decidiamo di consumare in un ristorante un po’ più decentrato rispetto alla Gran Place.
Qui ci servono delle succulente bistecche con patate fritte, salse varie e tantissimo pane oltre a numerosi e copiosi boccali di birra belga. Stranamente qui il conto è più basso che da Manuel, che chiaramente ci aveva infinocchiato. La sera ci aspetta una bella sorpresa: troviamo per la strada una mia amica che da poche settimane si è trasferita a Bruxelles per motivi di studio. Ci spiega che stanotte a Bruxelles c’è la notte bianca. Ci da inoltre un paio di dritte di dove andare a bere.
Il Delirium Tremens Cafè è una birreria, una definizione che non gli rende giustizia: in un palazzo di epoca medievale, la birreria occupa tre piani interi.
Ci sono stanze dedicate solo alle Vodka, stanze dedicate alle Tequila o ai Rhum. La Birreria vera e propria ha una cinquantina di spinatrici dalle quali escono oltre 25 tipi di birra. La Coca Cola è bandita a meno che non si metta nel Cuba Libre. Molti stanno fuori per strada col bicchiere in mano perché dentro è caldissimo e tutti conversano animatamente in drappelli di cinque o sei. Lasciandoci trasportare dall’atmosfera, ci dedichiamo a vari assaggi di questo e di quello fino che, alle 3 di notte, decidiamo di andare a letto. Domenica mattina, l’aereo parte alle 12. Ancora bus, aeroporto con passaggio al duty free, decollo e atterraggio a Bergamo. Le moto le ritroviamo al deposito, sane, salve e forse anche più belle di prima. Inizia il viaggio di ritorno verso Casa, col tiepido sole autunnale, di questo strano ma bellissimo autunno, che splende sopra le nostre teste. Il cromo delle Harley, sull’autostrada verso sud, ne riflette i raggi lanciando baleni argentei. La strada scorre soffice e ci riporta tutti a casa , contenti di aver condiviso tutti insieme una splendida esperienza.
Grazie Walter. Grazie Ciccio, Samurai, Dario, Trivella, Francesco, Antonio, Alberto, Leo, Principe, Marzio, Fabio, Zio e Roberto. Grazie anche a Sergio, Bob, Trapano, Enrico, Sandrino e a La Sabry che erano con noi nel cuore. Grazie Chianti Chapter da parte di tutto il tuo Direttivo.
Grazie Walter. Grazie Ciccio, Samurai, Dario, Trivella, Francesco, Antonio, Alberto, Leo, Principe, Marzio, Fabio, Zio e Roberto. Grazie anche a Sergio, Bob, Trapano, Enrico, Sandrino e a La Sabry che erano con noi nel cuore. Grazie Chianti Chapter da parte di tutto il tuo Direttivo.