sabato 22 ottobre 2011

Una proposta storica ......... 3° cap

Nel giugno 2010, con 2 piccoli articoli scritti qui, avevo fatto la proposta di far rivivere qualche storia medievale sui nostri serbatoi tramite l'uso degli stemmi.
Il nesso era trasferire la leggenda della prateria americana con cavallo e cow-boy con quella delle nostre terre con cavallo e cavaliere.

E' anche un trasferimento temporale perchè si va da circa 150 anni fa  a 500 - 800 anni fa.
Il vantaggio è che, se è difficile vedere qui Fort Apache, è facilissimo vedere le Mura, i Castelli, le Piazze che hanno visto cavalcare qualche nostro antenato.
Una leggenda da sfatare sugli stemmi è che molti pensano siano legati alla nobiltà.
Tutte le famiglie hanno uno stemma, solo che se ne è persa la memoria.
Sono sopravissuti solo quelli che si vedono nei palazzi più imponenti (ovviamente legati alle famiglie più ricche e spesso nobili).
Spesso bastano semplici ricerche per ritrovare una nostra cosa persa.
Dato che abitiamo in una zona, la Toscana, che nel MedioEvo era un punto di riferimento mondiale (Firenze allora era come New York oggi) è abbastanza facile ritrovare i "biglietti da visita" delle nostre famiglie.
Tra l'altro, noi, oggi, vediamo gli stemmi come semplici disegni, ma allora erano letti da tutti ed indicavano la famiglia, il luogo, le amicizie (e quindi le inimicizie), fatti onorevoli ed un mucchio di altre informazioni (come strisciare la carta di credito).
A certificare la bontà dello stemma (come se fosse una carta di credito) erano gli "Araldi".
Come i notai di oggi, questi certificavano la bontà delle informazioni contenute nello stemma.
A Firenze c'è la possibilità di trovare uno dei pochissimi Araldi esistenti ancora in Europa.
Non immaginatevi un "vecchio incartapecorito" perchè è una giovane Dottoressa appassionata della nostra Storia.
Da tutto questo ho provato a ricostruire uno stemma che sarebbe potuto appartenere ad un Cavaliere Pratese del 1300 che avrebbe dato i suoi servizi alla città senza esserne un soldato stipendiato, ma un "libero professionista".
L'aiuto dell' Araldo è determinante nel dettare i codici per far parlare lo stemma con una lingua che nel 1300 sarebbe stata chiara a tutti.
Inoltre, si devono rispettare anche codici di colore e di proporzioni "araldiche" per poter avere l' "ufficializzazione" che un cavaliere del 1300 si sarebbe potuto presentare sulla linea di battaglia o in un torneo esattamente con quello scudo e con quella gualdrappa sul cavallo.
Un "artista aerografista", sempre della nostra zona, ha fatto il resto.
I risultati ?
Quanto allegato sotto.

Lo scudo e, ai lati, la gualdrappa


Sotto al Castello dell'Imperatore a Prato


Targhetta con la firma dell'Araldo


Una proposta per serbatoi "storici"


Ale Discus